:: I Laboratori sono aperti a tutti, persone di madrelingua e non - a chiunque voglia mettersi alla prova nella scrittura o stia già seguendo una sua strada in questa direzione.
:: Di solito, ogni laboratorio ha la durata di due ore e si tiene una volta la settimana per 8-10 sessioni.
:: Lo stile di scrittura può essere quello del reportage, del piccolo saggio filosofico, o della narrazione più libera (racconto, sceneggiatura, poesia). Ognuno scrive a partire da sé e secondo il proprio stile. L’obiettivo è lo sviluppo della propria inclinazione, in un contesto che ne favorisca la consapevolezza.
:: Lavoro individuale di scrittura, diverse tecniche di editing e discussioni, attenzione alla coerenza e all’unità del testo, sono i criteri generali di lavoro in gruppo. :: Durante le sessioni sono offerti come stimoli materiali tratti dalla letteratura, poesia e cinematografia italiana, incontri con scrittori ed editori, passeggiate e visite a luoghi significativi. Uno spazio è dedicato inoltre alla lettura ad alta voce, alla ricerca delle sonorità della lingua. Tra gli istituti con cui collaboro: Istituto Universitario Europeo (EUI) di San Domenico di Fiesole, Firenze. Istituto Gestalt Firenze (IGF) Via del Guarlone 69, Firenze. Di seguito, alcuni dei Lab scrittura che tengo.
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Riscritture di Pinocchio
Perché Pinocchio Italo Calvino diceva che la prima caratteristica de Le avventure di Pinocchio è di possedere un enorme “potere genetico”, per cui il romanzo di Collodi è diventato un modello per qualsiasi narrazione e per qualsiasi forma di scrittura (questo è il primo libro che tutti incontrano dopo l’abbecedario o spelling-book). La sua seconda caratteristica sta nella capacità di offrirsi alla collaborazione del lettore, per essere analizzato e trasformato. Si spiega così l’infinito proliferare di testi intorno a Pinocchio.
Pinocchio nel Laboratorio di scrittura Dato il carattere metamorfico del protagonista delle Avventure, e l’indefinitezza del genere in cui si inscrive l’opera, abbiamo la libertà di riscrivere la storia di Pinocchio in vari modi. E noi lo faremo partendo da noi stessi , in una sorta di “memoir pinocchiesco”, una scrittura in parallelo. Prenderemo alcuni temi centrali del libro e dopo aver letto e commentato il testo, scriveremo. Alcune idee sono il tema della paternità, il desiderio del personaggio, l’incidente scatenante, la ripetizione dell’errore, il nemico. Ma anche idee tratte da testi che invertono i valori della lettura pedagogica tradizionale di Pinocchio, facendone il contrario del classico romanzo di formazione.
Oltre alla lettura di alcune parti delle Avventure di Pinocchio, vedremo video di opere teatrali e film su Pinocchio, interviste a personaggi centrali del libro come “Mangiafoco”, interpretazioni di grandi attori come Carmelo Bene e Roberto Benigni e ci avvicineremo alla letteratura critica e a testi ispirati alle avventure del burattino.
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Scrivendo dalla città
È una scrittura di viaggio che vogliamo esplorare? In parte. Ma dove viaggio sta per movimento da/a. Ci interessa osservare il percorso, la traccia dei nostri movimenti di ogni giorno, così come le deviazioni, le alternative. I luoghi sotto, sono solo spunti di mappe urbane e non, ma ciò che è auspicata è la mappa personale di chi partecipa al corso: Il lungo fiume, le pescaie, gli accessi. Cimiteri monumentali e non. Piazze. Ponti. Bar, case del popolo. Giardini e altre cose nascoste della città . O un non-luogo. Spazi pubblici, un giro in tramvia nella città periferica, sottopassaggi, grafiti, murales, luoghi abbandonati.
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Case dentro e fuori
Il corso tratta dell’idea di casa. Ne delinea i contorni, in senso letterale e metaforico. Insegue il ricordo della casa lasciata, va alla ricerca di una nuova, entra nelle case degli altri. Seguiremo in dieci sessioni alcune vie, per esempio: La propria casa, la propria idea di casa Casa “delle donne” (Complesso delle Oblate, Associazione “Giardino dei Ciliegi”), casa “dei matti” (ex ospedale psichiatrico di San salvi), casa “degli Innocenti” (ex orfanotrofio, oggi museo) Abitare la distanza, periferie della città Abitare la non-casa L’idea è poi di visitare insieme alcuni luoghi-chiave della città, che offrano spunti per la scrittura.
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/ scrittura ai margini confronto con l’altro, vulnerabilità, spostamento
Arnold Böcklin, Orlando Furioso (1885)
Il laboratorio si serve come ispirazione di testi e video dalla letteratura moderna e contemporanea, principalmente su temi del confronto e conflitto con l’altro, sulle zone di fragilità e di forza di sentimenti e passioni come amore, paura, bisogno di riconoscimento. Ogni settimana, i testi prodotti dai partecipanti al corso sono letti ed esaminati in editing di gruppo, in un dibattito vivace e stimolante che va oltre la singola esperienza di scrittura. Per chi non fa lo scrittore, quale può essere il senso dell’esplorare la scrittura, anche in un’altra lingua? i. Io e la scrittura. Nella mappa della propria vita, esplorare l’incontro con la scrittura e con l’atto di scrivere. ii. Fiducia .Condividere le proprie parole scritte, affidarle, lasciarle andare. iii. Risonanze. Com’è dirle, le proprie parole, dare loro cittadinanza, ascoltare quelle degli altri. iv. Un salto fuori. Piccoli esempi di scrittura viandante. Reperire materiali. Scoprire giacimenti da cui estrarre storie e auto-narrarsi. Qui alcune letture che faremo insieme: brani da L’ Orlando Furioso di L. Ariosto, poi Elsa Morante, Paul Celan e Nina Cassian, Amelia Rosselli ed anche, tra gli altri, bell hooks e qualche testo dalla letteratura postcoloniale.
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In un'altra lingua
Il corso tratta dello scrivere in una lingua non materna. Perché molti scrittori attuali lo fanno? Che significato letterale e metaforico ha? Seguiremo alcune vie segnate da autrici e autori noti, tra cui Jhumpa Lahiri, Agota Kristof. “Come diceva Natalia Ginzburg: non ho inventato niente…eppure da un altro punto di vista ho inventato tutto. Scrivere in un’altra lingua significa partire da zero…lo sforzo di rendere mia la lingua, di possederla, assomiglia molto a un processo creativo, misterioso, illogico” (J. Lahiri) Ecco che allora scrivere in un’altra lingua non significa solo essere non italiani e scrivere in italiano. Anche un madrelingua italiano in fondo ambisce a scrivere “in un’altra lingua”, se vuole uscire dalla piattezza della lingua ordinaria. Quindi il corso si rivolge ad italiani e non italiani, a chi chiunque desideri riflettere e scrivere sul tema. Incontri con scrittori non italiani che vivono in Italia (e scrivono in italiano) sono possibili.