PUBBLICAZIONI
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Tra papaveri e lattine
Diddo, Firenze 2022 Sono, queste, fra le ultime poesie di Annarita. Le chiamava le «poesie ospedaliere»; e, appunto, le ha scritte durante e dopo alcune degenze, dal dicembre 2020. Tutte, tranne tre (pp. 18-20), sono un riflesso diretto dell’esperienza in ospedale o della malattia. Due di queste, all’apparenza eccentriche, mostrano, in mondo animale e vegetale, una morte e una rinascita; la terza evoca la speranza di una vista, e di una vita, recuperata tra sole e buio, presente e memorie. (dalla Nota di Leonardo Gandi) Utopie del corpo
Arcipelago Itaca, Ancona 2020 È questa una raccolta di dialoghi impossibili in un “tempo di confine”. Il vuoto della pagina intorno ai frammenti fa eco alla voce che chiama e rimbalza sui muri del silenzio. Quasi più semplice conversare con i morti poeti che accompagnano l’autrice in una mappatura amorosa, in un pellegrinaggio tra luoghi reali e di sogno, tra il passato e un presente di domande taciute che “ospita l’orma/di un cuore futuro.” (dalla Nota di Elisa Biagini) |
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Voi e lo sparso
Chipiuneart, Roma 2015 L’intera raccolta è un atto tessile sulla parola, un tentativo di tenere insieme l’universo nella sua molteplicità di forme e nel naturale disgregarsi entropico a cui si oppone una trama liquida di parole, un filo che tende titanicamente a divenire tessuto. In questo universo mitico il fiume-tempo non scorre in superficie, ma è causa di un processo carsico che, per superare le diverse densità delle materie che attraversa, ammette il groviglio. Potremmo leggere dunque questa raccolta anche come la ricerca di una linea d’acqua sotterranea e la ricostruzione dei suoi percorsi. (Dalla Prefazione di Michele Porsia) |
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Rotte Terrestri
Teseo Editore. Roma 2014 Esiste un solo tema della poesia d'ogni tempo: la perdita dell'oggetto d'amore. La poesia contemporanea può decidere, se vuole, di piegarsi al senso comune di tempo e di spazio, e dunque attingere il proprio repertorio linguistico dal bagaglio condiviso del parlato narrativo, oppure persistere nel tentare l'impresa che per secoli le è stata propria: costruire uno spazio ogni volta nuovo di vita e di intelligenza, utilizzare la memoria non come pura funzione meccanica di recupero di dati passati, ma come nuova lingua in cui narrare e rinarrare di nuovo, incessantemente, il vuoto che si apre al posto di ciò che si è amato. Annarita Zacchi opta per la seconda strada. Ma sarebbe inutile cercare nei suoi versi una dichiarazione d'amore perduto, un'illuminazione sull'oggetto infinito, archetipico, che è il motore delle sue parole. I sentieri, spesso materici e concreti, su cui ci conduce sviluppano più un reticolo che una direzione, più un labirinto che una indicazione. (Dalla Prefazione di Andrea Gigli) |
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Lavoro e antilavoro. Sogno dell'insegnante errante.
Firenze 2011 Lavoro e antilavoro è una discesa, con i mezzi della poesia, nel precariato lavorativo, e dunque una evocazione del mestiere di insegnante. E, dunque, di un modo possibile di stare al mondo. Alla poesia sono vietate la trasparenza sociologica, la mediatezza politica, e anche, o almeno lo dovrebbe, la facile serietà di un opporsi che mette la propria coscienza in pace. Nondimeno quell’«anti» che spicca nel titolo è anche una sorta di invocazione all'impegno etico verso valori solidali nel mondo del lavoro, una richiesta di comunità. (Leonardo Gandi) |
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Varianti urbane: mappa poetica di Firenze e dintorni.
Damocle editore. Venezia 2011 Testi di: Paola Ballerini, Katia Ferri, Andrea Gigli, Liliana Grueff, Caterina Pardi, Brenda Porster, Marco Simonelli, Eva Taylor, Annarita Zacchi, Stefania Zampiga. Riappropriarsi dello spazio attraverso le parole, con versi che misurano i selciati, i muri, entrano dalle finestre per registrare i respiri degli abitanti, per raccontare le storie nascoste sotto le mani di vernice, sotto le pietre dei palazzi. Uno spazio condiviso, comune, che è ritradotto attraverso storie personali e rinasce in questa narrazione: Firenze, città quanto mai carica di storia e pesanti eredità, viene riletta e stravolta. I dieci poeti della raccolta, che hanno lavorato a questa “mappatura” per circa un anno, ci offrono una guida alternativa della città toscana. (Dall’Introduzione di Elisa Biagini) |
Inverso
2024. Cinque poesie dalla raccolta Papaveri e lattine. poesiainverso.com |
La poesia e lo spirito
2024. "Poesia e lutto". Un testo del 2013. la poesiaelospirito.it |